Tutto cambia by Elizabeth Jane Howard

Tutto cambia by Elizabeth Jane Howard

autore:Elizabeth Jane Howard [Howard, Elizabeth Jane]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2017-07-31T22:00:00+00:00


I Fakenham e i Lestrange

«Ho pensato che la cosa migliore per prevenire discussioni al riguardo fosse decidere in anticipo chi avrebbe dormito dove».

Polly aveva organizzato tutto alla perfezione, pensò Clary. Harriet avrebbe dormito nella cameretta grande con le gemelle, Eliza e Jane; Bertie invece con Andrew. Spencer sarebbe stato sistemato nello spogliatoio di Gerald, adiacente alla camera da letto dei suoi genitori. Sorprendentemente, nessuno degli interessati obiettò. I Lestrange erano arrivati in tempo per la merenda supervisionata da Nan: una fetta di pane e burro prima di buttarsi su sandwich alla marmellata e fette di torta. Nonostante si fossero lamentati a lungo del mal d’auto, Bertie e Harriet si dichiararono affamati. Il mal d’auto si rivelò un valido argomento di conversazione.

«Io non ho mai vomitato. Com’è?», domandò Andrew.

Harriet ci pensò un momento. «Ecco... la bocca ti si riempie di saliva e poi senti una specie di movimento nella gola, dopodiché... buaah! Ti viene su tutto».

«E che aspetto ha?».

«Un miscuglio di uova strapazzate e pappa d’avena. La puzza è tremenda».

Eliza, che sapeva leggere meglio di tutti, osservò: «Nei giornali si legge spesso di gente soffocata dal suo stesso vomito».

«Be’, pensa che schifo sarebbe essere soffocati da quello di un altro». Jane rispondeva sempre a tono alle esternazioni di sua sorella.

Nan, che finora era stata troppo impegnata a imboccare Spencer per far caso ai discorsi dei ragazzi, emerse all’improvviso dal suo silenzio. «Ve l’ho detto, signorine. Le bambine beneducate non dicono parole come schifo. Dicono orribile o disgustoso».

«A scuola però si dice, Nan».

«Be’, qui non siamo a scuola».

Dopo merenda giocarono agli orchi con le torce, un gioco che implicava lo spegnimento di tutte le luci i cui interruttori fossero alla loro portata. Nan si rifugiò in cucina e i genitori nel salotto di Polly, che in ogni caso era territorio vietato ai bambini perché vi avevano luogo una serie di attività segretissime. Per quelle che parvero ore, si aggirarono per la casa buia armati di torce procurate da Eliza.

Le regole del gioco restavano un mistero per chiunque li osservasse dall’esterno e qualche volta anche per i partecipanti più piccoli, come Andrew, che alla fine si chiuse in una credenza a piangere perché era tutta una grande ingiustizia.

«Magari così si stancheranno presto», auspicò Archie. Guidare a lungo lo aveva sfiancato e la gamba gli faceva male. Si stiracchiò contento di fronte al largo caminetto col fuoco acceso. Lei è nel Surrey coi suoi, pensò. Non doveva pensarci. «Il salotto è bellissimo, Poll». Era caldo e confortevole, con lampade che proiettavano accoglienti fasci di luce, le grandi finestre coperte da tende di velluto verde, una parete piena di libri e le altre tappezzate di carta verde mare.

Gerald annunciò che avrebbe sfidato le tenebre per prendere del ghiaccio. «Ci aiuterà a sopravvivere fino all’ora di metterli a letto».

Clary disse: «Ci penso io a metterli a letto, Gerald caro. Tu per stasera potrai limitarti al bacio della buonanotte». Lei e Polly, chine sul pavimento vicino alla finestra, stavano aprendo una scatola di cartone piena di decorazioni natalizie.



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